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HUNT MUSHROOMS NOT ANIMALS: GLI PSICHEDELICI NELLO STREETWEAR

HUNT MUSHROOMS NOT ANIMALS: GLI PSICHEDELICI NELLO STREETWEAR

Le tendenze fluiscono in cicli. La ruota della storia della moda gira a caso e all'improvviso indossi qualcosa che ricorda molto qualcos'altro. Durante gli anni '50 nel Regno Unito, i ragazzi si vestivano come dandy dell'era edoardiana e si chiamavano "Teds", affiancati dalle “Judies". La moda americana popolare negli anni '80 era una rivisitazione degli anni '50 fatta di Rayban Wayfarers e varsity. I '90 erano più un bricolage: giacche con frange stile anni '60, zoot suit anni '40. Come gli anni ’90, l'ultimo decennio è stato un carosello di icone del passato. E mentre i vari vintage shop e negozi dell'usato vengono presi d'assalto dalla Gen Z alla ricerca di perle Y2K, c’è un’altra tendenza più stravagante che sta vivendo un momento altrettanto vivace: gli psichedelici.

Fondato dalla designer Cynthia Lu nel 2015, Cactus Plant Flea Market con l’iconica faccina traballante a quattro occhi ha apparentemente dato il via a un'esplosione psichedelica dello streetwear. La grafica giocosamente imperfetta di Lu e CPFM, la predilezione per il tie-dye e le allusioni non così sottili agli psicofarmaci sono sintomatici di un'energia stravagante più ampia che permea le collezioni dei marchi e designer più importanti.

Negli ultimi anni, numerosi marchi di streetwear e case di alta moda hanno deciso di intraprendere i propri viaggi: marchi come Brain Dead e Online Ceramics propongono da sempre capi con stampe di psilocibina vagante e camicie decorate con frasi come "Hunt Mushrooms Not Animals". L’industria più commerciale ne ha poi seguito l’esempio, dando spazio a questo tema sugli scaffali del fast fashion.

 

Una fonte di ispirazione ricorrente sono i Grateful Dead, il cui nome e la cui iconografia sono stati centrali in numerose offerte di collaborazione negli ultimi anni, tra cui Chinatown Market e Nike SB, nonché Online Ceramics. 

Tra questi c’è anche Good Morning Tapes, brand nato nel 2017 in Francia che con ogni drop rendere omaggio nel suo modo unico allo Spirito, Gaia o alla Sorgente (“Spirit, Gaia or Source”) con disegni fatti di pattern fungini che acclamano la pace interiore.

 

Ma da dove arriva tutta questa inclinazione all’estetica degli psichedelici? Come abbiamo detto, la moda è ciclica e i recenti revival hanno visto come protagonisti gli anni ’90 seguiti a ruota dalla vibe Y2K. Ma quegli anni di per se erano già fatti di commistioni di stili, e già allora si guardava molto all’epoca ’60-’70, periodo di disordini senza precedenti. Allora, come oggi, il nostro Paese è stato costretto ad affrontare la bruttezza di ferite che aveva a lungo intenzionalmente ignorato. Allora, come oggi, una classe emergente di artisti lottava per un futuro più libero, anche se non ancora completamente definito.

Gli psichedelici e l’estetica che si formò attorno ad essi nacquero dal desiderio di liberare la propria coscienza dai vincoli imposti dalla società, di rinunciarvi, di rinnegare ciò che sembrava sempre più un affare insensato. Questo, presumibilmente, fa parte della mentalità che spinse 400.000 persone a riunirsi in un campo fangoso nello stato di New York per fare uso di acidi e ascoltare un po' di musica nell'autunno del 1969. Di fronte a un labirinto disorientante di crisi mondiali terminali, un viaggio sembra una soluzione valida come un'altra. E se non puoi farlo, una maglietta è la cosa migliore.

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