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CBGB: THE NYC UNDERGROUND MECCA

CBGB: THE NYC UNDERGROUND MECCA

Nel 1969, mentre passeggiava lungo la Bowery a New York, Hilly Kristal notò che molti artisti avevano approfittato degli affitti bassi per trasferirsi nella zona, e decise di aprire un bar che accogliesse la piccola folla che li circondava. Dopo aver acquisito da un ex pugile l'affitto di quello che originariamente era chiamato Palace Bar, situato sotto un dormitorio, nel dicembre 1969 fondò Hilly's on the Bowery al 315 della Bowery, che nel 1973 divenne CBGB’s.

 

"CBGB sta per Country Bluegrass Bar, ed è quello che intendevo fare quando ho aperto questo posto," raccontava Kristal. "Più folk-country di Nashville, ma non il tipo di musica per cui siamo diventati famosi." La scritta "OMFUG" sul tendone del locale - e sulle iconiche magliette - stava invece per "Other Music for Uplifting Gourmandizers". All'epoca non c'era nessuna scena, nessun posto dove queste persone potessero suonare la propria musica a New York. 

 

Il CBGB nasceva quindi con l’idea di presentare quegli stili musicali raccontati dal nome stesso del locale, ma divenne presto un punto di riferimento per gruppi punk e new wave americani - Ramones, Blondie, Talking Heads, Misfits, Television, Patti Smith Group, The Dead Boys, The Dictators, The Cramps, Joan Jett…- evolutisi poi dagli '80 fino agli ultimi anni in un’ondata di hardcore punk, fatta di band come Gorilla Biscuits, Youth of Today, Agnostic Front, Murphy's Law, Cro-Mags e Sick of It All.

 

Negli anni '90, il CBGB si lega a band come Sum 41, Korn, Green Day e Guns n Roses con Duff McKagan, ambasciatore dell’attidude CBGB in tutto il mondo con la sua t-shirt onnipresente che in seguito definirà la sua “security blanket”.

“Il CBGB era un rifugio sicuro in cui far vivere nuove idee. Non tutte le idee hanno messo radici, ma molte lo hanno fatto, e molte delle band a cui è stata data una prima opportunità nel club hanno continuato a rivoluzionare il rock and roll alla fine degli anni Settanta, un periodo in cui il cambiamento era davvero necessario” scrive McKagan nel suo memoir, How to Be a Man. “…quelle band e quel club hanno abbattuto i muri, sia musicalmente che socialmente. Senza i Ramones, Johnny Thunders e il CBGB, non avrei avuto la carriera che ho.”

 

Il club chiude nell'ottobre 2006 e l’ultima voce a risuonare tra le sue pareti fatte di adesivi e poster incollati uno sull’altro è quella di Patti Smith che saluta per l’ultima volta quello che è stato un incubatore culturale per il centro della Manhattan degli anni ’70. 

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