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COUNTRYCORE: Y'ALLTERNATIVES

COUNTRYCORE: Y'ALLTERNATIVES

La mia conoscenza del Country era talmente limitata che quando a 16 anni nel 1992 una mia amica in High School in Nevada mi disse che sarebbe andata a vedere Dolly Parton con sua zia io non riuscii a dare alcun feedback, semplicemente perche non ne avevo mai sentito parlare.

 

Tanti anni dopo, nel 2012, sono approdato per caso a Nashville ( vagando letteralmente per i campi del Tennessee cit.) dopo un meeting ad Atlanta, Georgia. L’energia della città, le voci e suoni che uscivano dai vari Honky Tonk in downtown mi hanno elettrizzato. MI scioccava che ai semafori ci fossero altoparlanti con musica di Johnny Cash 24/7 e che ad ogni angolo di strada ci fossero decine di musicisti di tutte le età (anche bambini di 11/12 anni) dal talento esagerato 

 

Il museo del Country di Nashville ripercorre tutta la successione di influenze e incastri di generi e sottogeneri, dai menestrelli afro americani fino alla Carter Family (June Carter, una delle figlie, divenne poi moglie di Johnny Cash), Hank Williams considerato il padrino del Country e orginal rebel di cui ho divorato la biografia, fino all’impatto che ha avuto Bob Dylan quando realizzo’ nel 1969 il suo album Nashville Skyline

 

Ovviamente tutta la componente estetica ha sempre avuto su di me un fascino assoluto. Gli stivali, il cappello da 10 galloni, i cravattini e tutto il resto era forse la cosa più lontana da quello che ci fosse o ci fosse sempre stato come trend in Italia

La cosa che mi scioccava è che era praticamente impossibile vedere gente indossare sneakers. Anche nei negozi, solo stivali, zero reference stilistiche di altro, e sta cosa mi piaceva per qualche motivo. Forse la consideravo una comunità coerente e scevra da tendenze consumistiche. Erano Cowboy, tutti iper cordiali e gentilissimi, al punto da chiamare mio fratello e dirgli che mi sembrava di essere in una scena surreale di Black MIrror. Troppo gentili tutti, tutti quanti che ti aspettavano con la porta aperta e sorriso

 

Sono tornato a Nashville tante volte da allora, anche dopo la Pandemia, quando una marea di gente di Los Angeles e NY ha deciso di trasferircisi portando con loro anche quel cinismo e quel tipo di humor che a Nashville non si era mai mai sentito. Sono arrivate anche le sneakers, l’hype. Forse era inevitabile 

 

Solo adesso però dopo l’impatto di Pharrell e Beyoncè il country-core è diventato THE NEXT BIG THING al punto che a Nashville e Austin TX (seconda capitale mondiale del Country) hanno coniato questo termine THE Y’ALLTERNATIVES, rifererendosi alla marea di hipster convertiti al country ma solo per una questione estetica senza conoscerne per davvero background di alcun tipo. 

 

A me continua a far impazzire l’immaginario del cowboy solitario che spezza cuori di città in città e che suona le sue melodie struggenti sotto le stelle ed è per questo motivo che da 15 anni torno sia in Tennesse che in Texas. La gente continua a trasmettermi nonostante tutto vibes impareggiabili.  

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